«Ma a te, esattamente, cosa piace di Berlino?». Questa domanda mi giunge mentre la U1 scorre lungo la sopraelevata e sull’Oberbaumbrücke, verso il capolinea. Il quesito recheggia tra le pareti e le vetrate della stazione U-Bahn di Warschauer Straße, uno dei luoghi a cui più sono legato emotivamente. Tuttavia non basta, da solo, a dare senso a un amore così forte, così difficile da spiegare. Ricordo la mia prima volta sulla lunga passerella sopra l’attigua e omonima stazione della S-Bahn. Un’attraversata a sottozero, sospeso sui binari e schiaffeggiato con violenza dal tagliente vento dell’est; pungolato dagli effluvi dei curry wurstel e dei kebap sfrigolanti sulle piastre dei chioschi ai lati. …
– Un amore difficile da spiegare –
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La prima volta che visitai Berlino, sul finire dello scorso millennio, ero un giovane ragazzo che aveva messo il naso fuori dagli italici confini poche volte. Ciò nonostante fossi affetto, fin da piccolo, da una spiccata esterofilia. All’epoca, infatti, covavo un forte complesso di italianità, maturato durante un paio di incursioni in Austria e in Francia, dove mi ero sentito osservato come una animale fuggito dallo zoo. Ciò aveva comportato, a sua volta, una serie di preconcetti sugli altri europei, tedeschi in cima, che percepivo più civilizzati ed evoluti di noi, ma anche molto antipatici e…
– Pregiudizi, luoghi comuni e invisibilità –
Tempo fa mi sono imbattuto in un vecchio video pubblicitario della BVG, l’azienda dei trasporti pubblici di Berlino.
Lo trovai talmente brillante da tentare di tradurlo con il mio a dir poco esiguo tedesco. L’advertising era incentrato sulla candidatura dell’azienda, che gestisce il servizio di trasporto pubblico berlinese, come patrimonio dell’umanità UNESCO. Naturalmente l’azienda sapeva perfettamente che non fosse un’iniziativa realizzabile, ma sfruttò un’idea, più divertente che provocatoria, per rafforzare la già forte connessione tra i cittadini e il servizio di trasporto pubblico. …
– Trasporto pubblico: patrimonio dell’umanità –
«Non me ne sarei mai andato da Barcellona, se non mi fossi sentito costretto a farlo. Lì sono nato e cresciuto, nella metropoli, dicevano almeno, più giovane, assolata e godereccia d’Europa. Sapevo che il rapporto simbiotico con essa avrebbe reso difficile il mSapevo che il rapporto simbiotico conla mia città avrebbe reso difficile il mio adattamento in un’altra, così agli antipodi, come Berlino. …
– A Berlino non c’è il mare –
Le vite degli altri (titolo originale: Das Leben der Anderen) premio oscar come miglior film straniero agli Academy Awards del 2007 è uno dei capolavori assoluti di inizio millennio.
Insieme a due altri grandi successi come Goodbye, Lenin e Lola Corre, è una delle pellicole artefici, con modalità diverse, dell’accensione dei riflettori sul cinema tedesco contemporaneo. Inoltre, ha contribuito a infiammare ulteriormente un’attenzione e un interesse su Berlino già piuttosto vivi.
– Le Vite degli Altri –
Da appassionato di musica quale sono sempre stato, da adolescente, negli anni ’80, acquistavo in un’edicola del centro giornali musicali d’importazione. Il britannico Smash Hits, l’americano Rolling Stone e soprattutto il tedesco Bravo, rivolto principalmente ai teenager, ricco di articoli – ovviamente per me incomprensibili – e foto sui cantanti del momento. Attendevo con impazienza il giorno della sua uscita per via della ricca sezione dedicate alle classifiche di vendita, incluse quelle di UK e USA.
– Suoni da est –
Riallacciandomi a un recente post, ove ho citato una delle mie “disavventure” berlinesi dovute a forte rincoglionimento dello scrivente, rispolvero questo aneddoto dal vecchio blog.
Nel gennaio del 2020, a distanza di oltre due anni dall’ultima volta, tornai finalmente a Berlino. Gennaio non è forse il mese più indicato
– Il Mistero di Hauptstraße, Berlino –
Mi chiamo Marco e vivo a Bologna, la mia città natale. In realtà, per ragioni inspiegabili, ritengo – magari in qualche vita passata – di essere nato o avere vissuto a Berlino. …
– Chi sono e perché amo Berlino –
Per Ostalgie s’intende il sentimento di rimpianto e appartenenza comune tra i alcuni cittadini dell’ex DDR. Il neologismo è la crasi tra i termini Osten – est – e Nostalgie. Tale termine nacque come titolo di un programma radiofonico del 1992, condotto da Uwie Steimle…
– L’imponderabile senso di Ostalgie –
Riprendo da un recente post la questione su ciò che meno o poco mi entusiasma di Berlino. Non amo i luoghi comuni e alcuni di questi miei aneddoti raccontati potrebbero sembrare dire il contrario. In realtà sono sporadici episodi, avvenuti in due decenni di frequentazione assidua con la capitale della Germania. – Ciò che non amo di Berlino –