Nel cuore pulsante dell’Europa, Berlino emerge come un epicentro in cui i battiti e le vibrazioni della scena musicale contemporanea si fondono in un’esperienza sonora senza pari. In un precedente post avevo analizzato la musica pop e contemporanea tedesca, basandomi sui miei personali ricordi di adolescente negli anni ’80. In quell’occasione realizzai quanto la mia percezione fosse stata limitata e condizionata da una conoscenza assolutamente parziale. Soprattutto, compresi quanto Berlino, metropoli dalla ricca storia e dal carattere eclettico, funga da musa ispiratrice per artisti e appassionati di musica di tutto il mondo.
I battiti incessanti della movida berlinese sono amplificati da club iconici come il Berghain e il Watergate, due templi della techno che trasmettono vibrazioni uniche. Questi spazi fisici sono anche..
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Negli anni ’80 acquistavo con regolarità il settimanale Bravo in una delle edicole più fornite di Bologna. Bravo era un magazine tedesco per teenager, con spesso in copertina i gruppi e i cantanti più noti del periodo. La musica techno era ancora agli albori, e andavano per la maggiore band come Duran Duran o Wham!; la rivista tedesca dedicava copertine e articoli anche ad artisti italiani di italo-disco che lì furoreggiavano. Si trattava perlopiù di figuranti, di modelli che prestavano la loro immagine immagine accattivante a progetti e produzioni, rigorosamente made in Italy, per le discoteche. Personaggi che si esibivano in rigoroso playback e che in sala di registrazione neanche portavano il caffè a musicisti e tecnici.
In fondo, nulla di insolito o sconvolgente per il decennio più edonistico e plastificato del secolo scorso.
Chi non ricorda il caso dei Milli Vanilli, nati artisticamente proprio in Germania e che…