Negli anni ’80 acquistavo con regolarità il settimanale Bravo in una delle edicole più fornite di Bologna. Bravo era un magazine tedesco per teenager, con spesso in copertina i gruppi e i cantanti più noti del periodo. La musica techno era ancora agli albori, e andavano per la maggiore band come Duran Duran o Wham!; la rivista tedesca dedicava copertine e articoli anche ad artisti italiani di italo-disco che lì furoreggiavano. Si trattava perlopiù di figuranti, di modelli che prestavano la loro immagine immagine accattivante a progetti e produzioni, rigorosamente made in Italy, per le discoteche. Personaggi che si esibivano in rigoroso playback e che in sala di registrazione neanche portavano il caffè a musicisti e tecnici.
In fondo, nulla di insolito o sconvolgente per il decennio più edonistico e plastificato del secolo scorso.
Chi non ricorda il caso dei Milli Vanilli, nati artisticamente proprio in Germania e che…