Il libro di cui scrivo in questo post rappresenta a tutti gli effetti un caso editoriale. Uno di quelli che può infondere speranza e fiducia a chi nutre la passione per la scrittura e, magari, ha un’opera nel cassetto o addirittura pubblicata senza riscontri.
– Ritorno a Berlino –
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Qualche anno fa, mi trovavo sull’ M5 in direzione Alexanderplatz. Era una tarda mattinata d’inverno e di fronte a me era seduta una distinta coppia di mezz’età. La donna aveva una copia del Berliner Zeitung appoggiata sulle gambe. L’aveva piegata lasciando visibile una delle pagine interne. Scorsi un trafiletto con la foto di un volto molto noto e legato a Berlino. Conoscendo a malapena quattro parole di tedesco, non riuscii a decodificare la notizia, ma lessi qualcosa tipo “Droge” e “Star”. Rientrato nella casa dov’ero ospite, ne parlai con il mio amico, il quale commentò secco: “L’avranno ripizzicata con la droga e risbattuta dentro…”. Si riferiva a Christiane Vera Felscherinow, la famosa adolescente dello zoo di Berlino. Rimasi interdetto e gli chiesi delucidazioni in merito, perché ero convinto che Christiane F. fosse uscita dalla tossicodipendenza. Perlomeno la sua celebre autobiografia – e il film che ne fu tratto – lasciavano intendere questo. In particolar modo, il finale del libro raccontava…
La stasi dietro il lavello è un libro snello e godibile che narra l’esperienza di una giovane ex cittadina della DDR, nell’ultimo ventennio di vita nell’ex stato socialdemocratico. Di testimonianze di questo genere ve ne sono…
“Quello che mi sorprende del vivere qui è che per quanta roba tu porti via, questo palazzo di linoleum continua a contenere tutto il necessario per la vita, rifiutando al tempo stesso di accogliere una sola cosa che sappia, accidentalmente o di proposito, di bellezza o di gioia. In questo, penso, ha molto della Germania Est.” (Anna Funder – C’era una volta la Ddr – tit. or. Stasiland) –
Nessuno vuole essere “il cattivo” –