Nel cuore pulsante dell’Europa, Berlino emerge come un epicentro in cui i battiti e le vibrazioni della scena musicale contemporanea si fondono in un’esperienza sonora senza pari. In un precedente post avevo analizzato la musica pop e contemporanea tedesca, basandomi sui miei personali ricordi di adolescente negli anni ’80. In quell’occasione realizzai quanto la mia percezione fosse stata limitata e condizionata da una conoscenza assolutamente parziale. Soprattutto, compresi quanto Berlino, metropoli dalla ricca storia e dal carattere eclettico, funga da musa ispiratrice per artisti e appassionati di musica di tutto il mondo.
I battiti incessanti della movida berlinese sono amplificati da club iconici come il Berghain e il Watergate, due templi della techno che trasmettono vibrazioni uniche. Questi spazi fisici sono anche..
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Alla fine del 2022 l’affermato musicista e produttore berlinese Peter Fox ha lanciato “Zukunft Pink” (Futuro rosa), un inno al progresso, all’amore e alla pace che ha riscosso un grande successo in Germania. Lo scorso aprile, mentre attendevo la fine di un temporale a Bahnhof Berlin-Spandau, le note di questa canzone echeggiavano in tutta la stazione. In quel momento ho riflettuto su quanto Berlino sia una città dove la visione rosa del futuro di Peter Fox prende effettivamente vita. Un presente multisfaccettato, irradiato dalla cultura dell’accoglienza e dell’integrazione. Seguendo quotidianamente le news da Berlino, confermo che la città non è solo una visione rosa del futuro, ma anche un prisma di accoglienza e valorizzazione delle diversità. Dunque, non sorprende apprendere della proposta di installare nuovi semafori “queer”, iniziativa peraltro già attuata con ottimi riscontri a Monaco di Baviera.
Come spesso scrivo, gran parte del fascino di Berlino è correlato alla…
«Nessuno ha intenzione di costruire un muro» – Così, il 15 giugno del 1961, si pronunciò l’allora presidente della DDR Walter Ulbricht in merito alle insistenti voci trapelate dalla rete di spionaggio, del folle progetto del Muro. Appena due mesi dopo, quella dichiarazione divenne la temuta realtà. La giornalista Annamaria Doherr aveva formulato la domanda senza menzionare in alcun modo l’idea di un muro, menzionando quella di una più generica istituzione di confine di stato. Il regime della DDR giustificò le prime operazioni (12-13 agosto 1961) di installazione del Muro con la scusa di una barriera protettiva contro la minaccia fascio-capitalista degli ex alleati occidentali. Naturalmente, in pochi credettero a motivazioni così claudicanti, ma non mancò un nutrito numero di fedeli alla causa socialista. Cittadini che, in nome di una fede ideologica, approvavano il braccio di ferro tra due ideali di società agli antipodi: socialismo contro capitalismo, proletariato versus borghesia. Difficile stabilire quanto fossero ingenui o consapevoli del duro prezzo da pagare. Il Muro e la propaganda di regime, per quanto intrisa di bugie, fu il ragionevole prezzo da pagare per un obbiettivo ritenuto nobile.
“Tu vivi in America. È il più grande paese del mondo. Certo, c’è chi fa una vita di merda. Perché, credi che nell’Unione Sovietica non facciano una vita di merda? Lui ti dice che il capitalismo è un sistema dove cane mangia cane. Cos’è la vita se non un sistema dove cane mangia cane? …”
Quando ho cominciato a esplorare il pop contemporaneo tedesca, con particolare attenzione a quello prodotto a Berlino, una delle figure più ricorrenti in cui mi sono imbattuto è stata quella di Pierre Baigorry, in arte Peter Fox, quasi una sorta di re Mida del pop tedesco. Un paio di sue canzoni le avevo captate anni addietro, durante uno dei miei soggiorni berlinesi, ma le avevo snobbate. La lingua tedesca, credo, fu un deterrente per le mie orecchie, non abituate alle sue asperità gutturali. A parte Der Kommissar, 99 Luftballons e…
– Il re Mida del pop di Berlino –
Berlino, come ogni luogo, vive da sempre una stretta connessione con la musica, che ne ha cadenzato e accompagnato la travagliata storia. Questo elenco di 10 canzoni immortali per Berlino si basa sul mio gusto personale; non ha, né pretende di avere, alcun valore assoluto.
Ho redatto una lista fin troppo circoscritta, perché 10 brani sono realmente pochi. Infatti, giunto al decimo titolo, mi sono immediatamente reso conto di inevitabili, pesanti e imperdonabili esclusioni.
Motivo per cui questo post avrà un seguito. Sono le prime 10 canzoni che mi sono balzate in mente in un momento preciso…
– 10 canzoni mortali per Berlino –
«Ma a te, esattamente, cosa piace di Berlino?». Questa domanda mi giunge mentre la U1 scorre lungo la sopraelevata e sull’Oberbaumbrücke, verso il capolinea. Il quesito recheggia tra le pareti e le vetrate della stazione U-Bahn di Warschauer Straße, uno dei luoghi a cui più sono legato emotivamente. Tuttavia non basta, da solo, a dare senso a un amore così forte, così difficile da spiegare. Ricordo la mia prima volta sulla lunga passerella sopra l’attigua e omonima stazione della S-Bahn. Un’attraversata a sottozero, sospeso sui binari e schiaffeggiato con violenza dal tagliente vento dell’est; pungolato dagli effluvi dei curry wurstel e dei kebap sfrigolanti sulle piastre dei chioschi ai lati. …
– Un amore difficile da spiegare –
Esattamente 40 anni fa, 99 Luftballons (novantanove palloncini) conquistò la vetta delle classifiche tedesche; fu solo l’inizio dell’inestimabile fortuna di questa canzone ispirata dalla guerra fredda. Il testo del noto brano nacque a Berlino, durante un concerto dei Rolling Stones tenutosi preso il Waldbühne nell’estate del 1982. Nel corso del live vennero rilasciati numerosi palloncini colorati in cielo e il chitarrista dei Nena, giovane band formatasi quello stesso anno, fu colto da un’improvvisa ispirazione. Pensò al paradosso di quegli innocui e allegri oggetti fluttuanti nell’aria, percepiti come una minaccia dai radar di Berlino Est. …
– Guerra e palloncini colorati –
La prima volta che visitai Berlino, sul finire dello scorso millennio, ero un giovane ragazzo che aveva messo il naso fuori dagli italici confini poche volte. Ciò nonostante fossi affetto, fin da piccolo, da una spiccata esterofilia. All’epoca, infatti, covavo un forte complesso di italianità, maturato durante un paio di incursioni in Austria e in Francia, dove mi ero sentito osservato come una animale fuggito dallo zoo. Ciò aveva comportato, a sua volta, una serie di preconcetti sugli altri europei, tedeschi in cima, che percepivo più civilizzati ed evoluti di noi, ma anche molto antipatici e…
– Pregiudizi, luoghi comuni e invisibilità –
Tempo fa mi sono imbattuto in un vecchio video pubblicitario della BVG, l’azienda dei trasporti pubblici di Berlino.
Lo trovai talmente brillante da tentare di tradurlo con il mio a dir poco esiguo tedesco. L’advertising era incentrato sulla candidatura dell’azienda, che gestisce il servizio di trasporto pubblico berlinese, come patrimonio dell’umanità UNESCO. Naturalmente l’azienda sapeva perfettamente che non fosse un’iniziativa realizzabile, ma sfruttò un’idea, più divertente che provocatoria, per rafforzare la già forte connessione tra i cittadini e il servizio di trasporto pubblico. …
– Trasporto pubblico: patrimonio dell’umanità –
La Schönhauser Allee è una delle principali arterie di Berlino. Parte dalla Torstraße, all’altezza di Rosa-Luxemburg-Platz e si snoda per circa 3 km, attraversando il quartiere di Prenzlauer Berg, nel distretto orientale di Pankow. È una strada di notevole rilevanza e molto frequentata per via delle numerose attività commerciali. Anche ai tempi del Muro era una via piuttosto vivace, come dimostrato dal film Ecke Schönhauser (Angolo Schönauser) , uscito nel 1957. …
– All’angolo della Schönhauser –