STORIA DI BETTINA

Da ovest a est
Bettina Wegner è nata a Berlino Ovest nel 1947. La sua storia è di certo affascinante e atipica. Visse con i genitori a Lichterfelde, una tra le più antiche ed eleganti zone della città. Il quartiere era noto per per la mescolanza degli stili architettonici, il verde, le strade alberate e le belle ville. Era infatti chiamato anche Villenkolonia – colonia delle ville – e oggi conserva intatto il suo aspetto di antico villaggio. La madre e il padre di Bettina, ferventi comunisti, decisero di trasferirsi a Berlino Est poco dopo la fondazione della DDR. Non si trattò solo di una scelta ideologica, ma anche di una necessità pratica. Il padre lavorava a Berlino Est e la paga in marchi orientali non consentiva loro di sostenere l’elevato costo della vita in un quartiere così borghese. Il cambio con la valuta occidentale era infatti estremamente svantaggioso.

Artista ribelle e anti-sistema
Terminati gli studi da bibliotecaria, Bettina si iscrisse giovanissima presso una scuola di recitazione – la Ernst Busch Academie – e fu tra i fondatori dell’Hootenanny-Klub. Si trattava di un collettivo di artisti fondato sul principio della libertà di espressione. Quando l’associazione passò sotto il controllo della Freie Deutsche Jugend , modificò il nomein Oktoberklub, e Bettina ne uscì. Soprattutto perché la FDJ era un organo governativo, quindi, di fatto, entrava in conflitto con i principi cardine dell’associazione.
Poco più che ventenne, Bettina venne arrestata per la diffusione di volantini e materiale propagandistico critico nei confronti del governo. Era il periodo delle contestazioni nell’ex Cecoslovacchia, soppresse nel sangue della, tristemente passata alla storia, Primavera di Praga.
La Joan Baez della DDR
Negli anni ’70, conobbe il giornalista e scrittore Klaus Schlesinger, col quale si sposò e condivise numerose lotte fondate su ideali anti-regime. Iniziò a comporre e cantare le proprie canzoni, i cui testi caustici e taglienti nei riguardi del governo le impedirono di seguire la vocazione di folksinger impegnata alla Joan Baez.
Proprio la cantautrice americana canteò un suo brano, rendendolo famoso in tutto il mondo. La ballata “Kinder” (Bambini), nota anche come “Sind so kleine Hände” (Sono mani così piccole)”.
Il successo in occidente
Bollata come una nemica e una traditrice dei valori della DDR, fu costantemente perseguitata e vessata dalla Stasi. Fu costretta a esibirsi clandestinamente nelle chiese, come la Samariterkirche a Friedrichshain, storica sede di attività antigovernative. La sua fama sfondò la cortina di ferro e divenne popolare anche nella Repubblica Federale Tedesca, dove partecipava a spettacoli televisivi e teneva concerti.
Fu la CBS della Germania Occidentale a pubblicare il suo primo disco – cosa che non le fu possibile in patria – e a promuoverla e farla esibire anche in Austria, Belgio e Svizzera.

L’arresto e l’espulsione dal paese
Il governo della DDR non osteggiò i suoi frequenti viaggi nei paesi occidentali, perché era un modo per tenerla il più possibile lontana dal paese, dov’era ritenuta una presenza sgradita e pericolosa.
Insieme all’allora marito, Klaus Schlesinger, organizzò una serie di eventi ufficiali con cui promossero il pensiero critico nei confronti della DDR. Andò nuovamente in carcere- sempre insieme a Schlesinger – per l’accesa protesta contro l’espulsione, nel 1976, dell’intellettuale Wolf Biermann, ex patrigno della futura rockstar Nina Hagen.
Accusata dal governo di reati doganali, nel 1983 dovrà scegliere tra il carcere e l’espulsione dal paese. Bettina tornerà quindi nella natia Berlino Ovest, dove proseguirà l’attività canora e compositiva. Buona parte del suo repertorio sarà incentrato sulla disillusione e sul tradimento dei propri ideali.
Bettina si è ritirata dalle scene nel 2007, dopo un’ultima tournée.
Alla Berlinale di quest’anno è stato presentato con successo un documentario che ne racconta la storia, attraverso la sua diretta testimonianza.