SONNENALLEE


SONNENALLEE di Leander Haußmann
Prendere in giro la DDR
Sonnenallee (letteralmente viale del sole) è stata la prima pellicola che ha raccontato la vita nella DDR, canzonandola e senza dare risalto alcuno agli aspetti drammatici. Prima del noto Goodbye, Lenin!, che è sì una commedia, ma intrisa di un certo sentimentalismo e pervasa dal senso di Ostalgie.
Il regista Leander Haußmann scrisse la sceneggiatura da cui poi venne tratto il libro Am kürzeren Ende der Sonnenallee, scritto dal co-sceneggiatore Thomas Brussig.
Il film è ambientato nei primi anni ’70 a Berlino Est. Il protagonista è Micha, un adolescente che sogna di diventare una rockstar e ascolta la proibita musica occidentale insieme a un gruppo di amici. Con essi si incontra sul tratto finale della strada che dà il titolo al film. Un’arteria urbana lunga circa 5 km che parte da Neükolln, a Berlino Ovest, per terminare, divisa dal Muro, nel piccolo quartiere di Baumschulenweg, nel distretto orientale di Treptow-Köpenick. Il punto di ritrovo è quindi un valico di frontiera da cui occhieggiano le insegne luminose dei brand occidentali, a loro inaccessibili. Da lì i giovani di Berlino Ovest riescono ad affacciarsi per osservare o anche schernire i loro coetanei meno fortunati.
Una famiglia sui generis
La famiglia di Micha è atipica e strampalata. Sua madre sogna l’occidente e arriva a procurarsi un passaporto rubato a un’anziana turista della Repubblica Federale Tedesca. Il padre mostra insofferenza verso il regime, ma mal tollera la presunta e manifesta superiorità ostentata da un parente dell’ovest che fa spesso loro visita. Infine, una sorella disinibita e libertina che passa da un fidanzato all’altro.
Sonnenallee spinge con convinzione sul pedale della leggerezza, affrescando spaccati di quotidianità in un periodo storico in cui la caduta della cortina di ferro non era lontanamente immaginabile. Assente qualsiasi palese o facile elemento di giudizio. I vari personaggi sono caricaturizzati, soprattutto quelli “negativi”, al punto di essere questi ultimi a suscitare ilarità e simpatia. Per esempio i gendarmi di frontiera rigidi ma stupidi. gli insegnanti fedeli alla nazione e i giovani fanatici della FDJ. Il succitato parente che schernisce la DDR è letteralmente ossessionato dalla presenza di amianto ovunque e le sue sorti saranno beffarde e paradossali.
Ostdeutsch Graffiti
Il risultato è un film irresistibilmente pop, una sorta di American Graffiti in salsa tedesco-orientale, con dei rimandi alla solarità e lievità di Grease, sebbene non si tratti di un musical.
La musica è comunque protagonista: il motore della passione che anima i suoi protagonisti. Tra questi lo spassoso personaggio di Wuschel, fan sfegatato dei Rolling Stones che sogna i loro vinili, venduti a prezzi proibitivi sul mercato nero.




Un successo strepitoso
L’entusiasmante riscontro che Sonnenallee ha riscosso in Germania, in un momento in cui certe ferite erano ancora aperte e doloranti, non era affatto scontato. Le ambiziose intenzioni del film sono state certamente realizzate.
Ovvero, raccontare un’altra realtà (sebbene di realistico ci sia poco nel film) che sfuggisse alla retorica di un popolo oppresso e perennemente triste. Forse non era così improbabile, per quanto difficile, vivere la propria giovinezza spensieratamente, malgrado il regime.
Un film corale e scoppiettante magnificamente sorretto da dialoghi e attori all’altezza. Il racconto alternativodi una realtà inconfutabile, ma mediante una prospettiva leggera, senza moralismi e partigianerie di sorta.
Gli elementi di critica non mancano, ma sono mitigati da un sarcasmo caustico, pungente e in più di un’occasione esilarante.





Felici nella DDR
Sonnenallee è una rappresentazione inusuale della vita a Berlino Est. La pellicola sembra voler suggerire che anche nella desolata e soffocante Germania dell’Est, le persone erano felici con i pochi mezzi a disposizione. O quantomeno provavano a esserlo.





Hai dimenticato il rullino a colori
La canzone dei titoli di chiusura è un autentica hit della Ddr datata 1974: Du hast den Farbfilm vergessen cantata da una giovanissima Nina Hagen. Il brano cela – nemmeno tanto – elementi di critica nei confronti della DDR: ne ho scritto qui. L’ex cancelliera Angela Merkel, nata e cresciuta nella Germania dell’Est, l’ha voluta durante la cerimonia del suo commiato dalla politica. Sotto il momento dell’esecuzione da parte di una banda.
Interessante! Sai se è disponibile su qualche piattaforma? Io non lo trovo…
Qui, in lingua originale con i sottotitoli in inglese: https://www.veoh.com/watch/v60472280X75cq3e9
Grazie!