



Perché?
Quando, nel 2019, ho deciso di aprire un blog dedicato interamente alla città che più amo, ho pensato immediatamente di chiamarlo Molto Berlino.
La ragione di questo nome è un modo di dire coniato tra amici per indicare situazioni e quadri che ricordano la capitale tedesca. Non solo esteticamente, ma anche nel mood, nello stile e nel concept.
Un angolo MOLTO BERLINO a Roma
A Roma ho vissuto a lungo al Pigneto, un quartiere a ridosso del centro della Città Eterna, un tempo considerata squallida e di periferia. A causa del boom immobiliare, nel volgere di pochi anni, è stato preso d’assedio da studenti, artisti e stranieri. Richiamati da affitti e prezzi di vendita vantaggiosi, di fatto hanno riqualificato l’intero quartiere. Esattamente come a Berlino accadde, dopo la caduta del Muro, in quartiere come Friedrichshain e Prenzlauer Berg.
Oggi, il Pigneto è uno dei centri nevralgici della vita notturna romana, grazie alla fioritura di molteplici locali, spesso dall’atmosfera ricercata, vintage, shabby, o decadente. Un quartiere oggi vivacizzato da numerosi bar, bistrot, ristorantini, caffè letterari, associazioni e centri sociali. Molti di essi sono insediati in spazi che un tempo erano adibiti a botteghe artigiane o esercizi commerciali. Attraverso un a volte sapiente, altre forzato, riciclo di mobilia, perlopiù anni ’60 e ’70, evocano epoche e suggestioni di un passato non troppo remoto.
Il Pigneto divenne presto, per me e i miei amici, un angolo di città “Molto Berlino!“. La prima volta accadde davanti a un grande lounge-bar dal sapore rétro con murales e vecchia mobilia. Di lì un ex materassificio divenne un bar paninoteca arredato con vecchie cucine in formica anni ’60.
Uno dei quartieri romani dove writer e street artist hanno trovato spazi e libertà per sfogare la propria creatività.
Come Berlino, un luogo dove passato, presente e futuro s’incontrano, dialogano e fanno “bisboccia”.
