NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO

NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO

Noi i ragazzi dello zoo di Berlino (serie Amazon Prime)

A circa un anno dalla sua uscita, ho finalmente visto la serie tedesca che ha rivisitato in chiave moderna uno dei miti più iconografici di Berlino. Christiane Vera Felscherinow, nota più semplicemente come Christiane F.. Divenne popolare grazie alla sua autobiografia di adolescente eroinomane a Berlino Ovest. Dal libro venne tratto l’altrettanto celebre e imperdibile cult movie del 1981 con la regia di Uli Edel.
Sono partito un po’ prevenuto nei confronti della serie Amazon, anche per via di molte recensioni decisamente critiche. Purtroppo, il timore di trovarmi davanti a un adattamento troppo vincolato alle attuali esigenze commerciali e narrative ha trovato una triste conferma.

La confusione generata da un titolo sbagliato

Innanzitutto, è stato commesso nuovamente lo stesso errore di 40 anni fa nella scelta del titolo: Noi i ragazzi dello zoo di Berlino è sciattamente fuorviante. In realtà, il Bahnhof Zoo del titolo originale è riferito all’omonima stazione ferroviaria e non al vicino giardino zoologico. Lo zoo di Berlino, non essendo mai menzionato nel libro, di conseguenza non compare né nel film, né nella serie.

La Christiane F. del 1981

Il libro era divenuto all’istante un caso letterario in Germania, ma il film di Edel ne amplificò il successo nel resto del mondo, trasformandolo in un best seller e, oggi, in un vero e proprio classico letterario. L’autobiografia di Christiane è naturalmente narrato in prima persona da lei stessa, ma in realtà venne redatto da due giornalisti di Stern. I due reporter avevano conosciuto la ragazzina a un processo in cui era coinvolta come testimone e cominciarono a intervistarla, inizialmente solo per un reportage (intitolato, appunto, Wir Kinder vom Bahnhof Zoo) che sarebbe stato pubblicato sul noto settimanale.

Una serie fastidiosa

La serie prodotta da Prime non riesce – e forse non ha tentato nemmeno – ad agguantare e trasmettere le percezioni, l’immagine, i colori e gli odori del periodo storico a cui la storia è necessariamente legata.
Wir Kinder vom Bahnhof Zoosi è rivelato un compendio di infinite e sconcertanti incongruenze.
La rappresentazione della protagonista e dei suoi comprimari come adolescenti dall’abbigliamento cool e che si dimenano a suon di techno in un club contemporaneo, è a dir poco stridente. La leggendaria discoteca Sound sulla Genthiner Straße, nel libro e nel film, è dipinto come un seminterrato umido, maleodorante e dai soffitti bassi. Nella serie, invece, è stata trasformata in un’ampia dance hall zeppa di luci e che, come del resto la techno, nemmeno esistevano negli anni ’70.

Una Berlino improbabile e patinata

La confezione è accattivante ed esteticamente impeccabile, ma completamente sbagliata. Molte delle situazioni completamente inventate dagli sceneggiatori, risultano improbabili oltre il limite del ridicolo (per esempio: la scena della giostra di notte o la “jam session” percussionistica sulla U-Bahn). Purtroppo anche i dialoghi sono a dir poco agghiaccianti e, in generale, i personaggi risultano appiattiti e stereotipati. Va precisato che anche nel film del 1981 non mancavano le incongruenze, ma perlomeno non ne avevano snaturato il racconto, rendendolo poco credibile .
In conclusione, Noi i ragazzi dello zoo di Berlino è una serie tecnicamente ineccepibile, affatto privo di ragguardevoli scelte estetiche e momenti visivi, ma la scelta di una fotografia troppo patinata non restituisce nulla della Berlino Ovest degli anni ’70. La metropoli funge da improbabile passerella per personaggi che sembrano modelli usciti da un catalogo anni ’90 della Diesel.

Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

2 thoughts on “NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO

    1. Può essere, perché pare ovvio che si tratti di una mancanze tutt’altro che ingenue o involontarie. Poi l’invenzione di personaggi mai esistiti, la soppressione di altri reali e le circostanze completamente stravolte o inventate di sana pianta è ciò, personalmente, che me l’ha fatto trovato così irritante. Anche perché direi che non si tratti di un prodotto a basso costo.

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