LE VITE DEGLI ALTRI

LE VITE DEGLI ALTRI

Le vite degli altri di Florian Hencke

Le vite degli altri (titolo originale: Das Leben der Anderen) premio oscar come miglior film straniero agli Academy Awards del 2007 è uno dei capolavori assoluti di inizio millennio.
Insieme a due altri grandi successi come Goodbye, Lenin e Lola Corre, è una delle pellicole artefici, con modalità diverse, dell’accensione dei riflettori sul cinema tedesco contemporaneo. Inoltre, ha contribuito a infiammare ulteriormente un’attenzione e un interesse su Berlino già piuttosto vivi.

Guerra fredda e Stasi

Le vite degli altri è ambientato a Berlino Est negli ultimi anni di vita del Muro. L’ex capitale e la nazione furono spartiti tra gli alleati usciti vittoriosi dal secondo conflitto mondiale. I settori orientali furono assegnati all’ex Unione Sovietica, i cui tesi rapporti con gli Stati Uniti sfociarono nella Guerra Fredda che sarebbe durata più di 40 anni. Allo scopo di fermare l’emorragia incontenibile di cittadini che dalla DDR che fuggivano nella Repubblica Federale Tedesca, il regime controllato da Mosca chiuse le frontiere, sottoponendole a sorveglianza armata.
Il 13 agosto 1961 iniziò l’era del Muro, eretto con la menzognera spiegazione di barriera di protezione antifascista.
La Stasi, il Ministero per la Sicurezza dello Stato, completò l’opera rafforzando le attività di controllo e coercizione dei suoi cittadini. Gli scopi principali dell’organo di sorveglianza furono l’individuazione e la soppressione di qualsivoglia forma di dissenso, che fosse un semplice pensiero critico o la pianificazione di un’azione sovversiva. Per conseguire tale obbiettivi, il ministero reclutò degli “informatori non ufficiali” tra i cittadini stessi. Essi erano incaricati di spiare vicini, amici e parenti per individuare e riportare alla Stasi stessa eventuali attività proibite.

Agente HGW XX/7

Il protagonista de Le vite degli altri è il severo e inflessibile agente HGW XX/7, un uomo solitario e cupo, rassegnato al grigiore della sua vita. A Gerd Wiesler, questo il suo nome, viene assegnata la sorveglianza di un noto scrittore. Un intellettuale ritenuto scomodo, una minaccia per l’ideologia e la sicurezza dello Stato. Durante i suoi turni di servizio, dalla postazione di ascolto, l’agente stabilirà suo malgrado una profonda connessione con il sorvegliato speciale.

Il potere dell’arte

Le microspie disseminate nell’appartamento, trasmetteranno all’agente i discorsi dell’intellettuale e dei suoi amici e conoscenti, aprendogli un mondo. I dialoghi captati, spesso infarciti di citazioni letterarie proibite, per questo a egli sconosciute, lo condizioneranno inevitabilmente. L’agente comincerà man mano a cambiare profondamente idee sul regime per cui lavora, fino a contravvenire ai propri doveri. Tali influenze concorreranno a stravolgere l’andamento degli eventi.
Dramma, disperazione, morte, crudeltà e arte sono gli ingredienti principali di questo film imperdibile e toccante.
Le vite degli altri racconta un tristemente affascinante, lungo e tragico capitolo di storia.
Sotto una delle scene più significative del film.

Curiosità

Il protagonista de Le vite degli altri, Ulrich Mühe è scomparso prematuramente poco dopo l’uscita del film ed era un cittadino dell’ex Germania Est. Dopo la caduta del Muro, ebbe accesso agli archivi della Stasi, fece una terribile scoperta. Infatti, dai carteggi del suo cospicuo fascicolo apprese che tra gli Inoffizieller Mitarbeiter vi erano alcuni colleghi della compagnia teatrale di cui faceva parte, e addirittura la moglie. Ciò comportò il naufragio del suo matrimonio. Da ricordare l’intervista in cui, a domanda su come si fosse preparato per il ruolo dell’agente HGW XX/7, egli rispose: “semplicemente ricordando”. 

Lo Stasimuseum

Diverse scene de Le vite degli altri hanno luogo presso l’autentico quartiere generale della Stasi, nel quartiere di Lichtenberg. Oggi, parte del grande complesso è diventato un interessante museo. Consiglio vivamente di visitarlo, perché restituisce alla perfezione il clima e il rigore di quegli anni. È possibile raggiungerlo facilmente da con la linea di metropolitana U5 (fermata Magdalenenstraße) Attraverso la conservazione fedele degli ambienti e degli arredi, nonché l’ausilio di materiale audiovisivo, si ha la possibilità di effettuare un suggestivo viaggio nel contesto storico e nelle atmosfere di questa splendida pellicola.

LE VITE DEGLI ALTRI
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One thought on “LE VITE DEGLI ALTRI

  1. Film bello bello. Non sono un nostalgico dell’epoca del muro (come potrei?), e trovo orribile il controllo esercitato dalla stasi per limitare la libertà. Ma il tema libertà rimane sempre aperto, perché la libertà nella quale abbiamo l’illusione di vivere noi, per esempio, non mi sembra un granché, per non parlare del marketing della libertà berlusconiano, cioè la libertà di fare quel cazzo che voglio perché ho i soldi per farlo..

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