LA FIGURA DI UDO LINDENBERG

L’uomo col cappello
In anni di frequentazione con Berlino, mi sono spesso imbattuto in una figura singolare, difficile da dimenticare. Occhieggiava puntualmente dai manifesti affissi in strada, o dai cartonati nei negozi di dischi. Un uomo non più giovanissimo, longilineo e vestito di nero, con un cappello a falde larghe e un’espressione severa e sofferta, probabilmente enfatizzata dai profondi solchi che ne segnano il viso. Mi venne naturale associarlo, visivamente, all’immagine di Nick Cave, un musicista particolarmente legato a Berlino. Il suo nome, Udo Lindenberg, tutt’ora pressoché sconosciuto in Italia, è dagli anni ’70 una figura tra le più rilevanti e amate nel panorama della musica tedesca.

Rockstar

Qualche anno fa, ul Warschauer Brücke e lungo la Mühlenstraße (dove si trova l’East Side Gallery), grandi display elettronici pubblicizzavano suo concerto presso il vicino O2 World. Noto anche come Mercedes Benz Arena, è una sorta di tempio dove di norma si esibiscono band e artisti dalla popolarità conclamata, come i Depeche Mode, Elton John, gli U2 e anche il nostro Zucchero.

Un’esplosione tardiva
Originario di Gronau (Westfalen), al confine tra Germania occidentale e Paesi Bassi, ha debuttato sul finire degli anni ’60. Ha raggiunto il picco di successo a 60 anni compiuti, con due album che per la prima volta si sono piazzati al vertice assoluto delle chart tedesche.






Cause umianitarie
ll suo percorso personale, parallelo a quello meramente artistico, ha spesso portato alla luce a una spiccata sensibilità riguardo temi come i diritti umani e il pacifismo.
Un esempio della figura di Udo Lindenberg traspare da queste parole, tratte dal sito della sua associazione:
Udo Lindenberg non è mai stato solo un intrattenitore: per lui è impensabile fare intrattenimento senza assumere una posizione (politica). Ciò che lo distingue particolarmente, come persona e personalità, è la sua indomabile energia, il suo sconfinato ottimismo, la tenacia e un’impareggiabile imperturbabilità.
Per decenni, il suo obiettivo è stato quello di cambiare il mondo il più possibile, a modo suo.
È un attivista utopista, umanista, pacifista, femminista e ambientalista. Si batte contro lo sfruttamento dei paesi del terzo mondo e la diffusione della violenza di destra, per il multiculturalismo e per un mondo più giusto. …
Uno spirito critico trasversale
Concetti nobili che potrebbero apparire autocelebrativi e puzzare di retorica, ma indagando sul percorso di Lindenberg si ravviserebbe un’apprezzabile coerenza con tali idee. Il cantautore è sempre stato apertamente critico sia nei confronti del regime DDR, che di quella parte politica che si era mostrata sorda e cieca. Che non aveva contrastato abbastanza la dolorosa scissione tedesca.
Il treno per Pankow
I suoi testi alternano delicate poesie d’amore a impavidi e sprezzanti giudizi che colpiscono e ridicolizzano il potere e i suoi rappresentanti. Uno dei suoi maggiori successi, “Sonderzug nach Pankow” – treno speciale per Pankow, il quartiere estremo orientale di Berlino Est – bersagliò il Presidente della Germania Est, Erich Honecker.
Il succo del testo del brano che sbeffeggiò Honecker
Mi scusi, è questo il treno speciale per Pankow?
Devo andare lì, a Berlino Est
Devo chiarire una cosa con il vostro grande capo
Sono un talento dello jodel e vorrei suonare lì con una band
Ho con me una buona bottiglia di cognac
Vorrei berla in relax con Erich Honecker
E dirgli: Ehi ciccio, io canto per pochi soldi
Al Palazzo della Repubblica, se me lo permetti
Lì vi cantano scimmie e clown
Possono presentarsi con la loro spazzatura
Solo al piccolo Udo
Non è permesso farlo, e non si capisce perché
So di avere un sacco di amici nella DDR, e ogni ora ne ho di più
Oh Erich, sei proprio testardo
Perché non mi lasci cantare nello stato operaio? …
Il successo che travalicò il Muro
La canzone raggiunse la top 10 in Germania Ovest e naturalmente nella DDR non fu pubblicato. Tuttavia le note del brano oltrepassarono il famigerato Muro fino a Berlino Est. La sua melodia – una rivisitazione di Chattanooga Choo Choo in chiave synthpop – imperversò per tutta Berlino, da ovest a est. Ma chiunque aveva più in mente la versione dissacrante di Lindenberg, che il classico di Glenn Miller.
Il caso volle che la freccia avvelenata andasse a segno: il regime censorio della DDR non potè ignorare la popolarità di Udo a est. I giovani Ossi riuscivano a procurarsi i dischi e le musicassette della star occidentale al mercato nero. Nell’ottobre dello stesso anno Lindenberg fu invitato a esibirsi al Palast der Republik di Berlino Est, come preludio a un tour che avrebbe toccato svariate città della Repubblica Democratica Tedesca.
L’incidente
Lo show fu ad appannaggio esclusivo dei ragazzi ai vertici dell’organizzazione giovanile governativa, la FDJ, Freie Deutsche Jugend (libera gioventù tedesca). Dopo un’attesa a dir poco febbrile, la decisione di riservare l’evento a una ristretta cerchia di eletti suscitò un forte e diffuso malcontento tra il popolo. In molti si assembrarono davanti l’edificio istituzionale per protestare contro l’organizzazione, e alcuni disordini resero necessario l’intervento delle forze dell’ordine.
Spirito libero
Il concerto venne trasmesso in diretta televisiva in tutto il paese. Ai piani alti destavano forte preoccupazione gli eventuali discorsi che Lindenberg avrebbe potuto pronunciare davanti a una così vasta platea. Ciò, nonostante fosse stata organizzato un servizio di monitoraggio in loco da parte di alcuni funzionari di Stato. In alcune interviste rilasciate ai media occidentali, il cantautore rivendicò la propria libertà artistica e di espressione.
Udo Lindenberg lasciò intendere che non avrebbe accettato bavagli o imposizioni, non avrebbe rischiato di minare la credibilità che la sua figura aveva assunto.
Le coraggiose parole di Udo
Stasera suoniamo per la pace e per tutte le persone nella DDR. Penso che sia assolutamente positivo che siamo qui ora, perché tutti noi, a est e a ovest, vogliamo la stessa cosa. Vogliamo la pace, non un conflitto a fuoco. Ma non vogliamo nemmeno la Guerra Fredda, né quest’era glaciale tedesca…
Il discorso venne accolto da una vera e propria ovazione, persino tra i membri più influenti della FDJ.
Il disappunto di Honecker comportò la cancellazione del tour previsto, che avrebbe toccato città importanti come Lipsia, Halle, Rockstock e Chemnitz.
Gli ulteriori tentativi di LIndenberg
Il cantante non abbandonò il proposito di suonare nella DDR e tentò più volte, negli anni successivi, di negoziare con Honecker una nuova tournée. Ci fu qualche incontro cordiale, con scambi di doni: Lindenberg portò in regalo una chitarra e una giacca di pelle. Tuttavia, il presidente della Germania Est non aprì a nuove contrattazioni.

La fine della guerra fredda
Udo potè finalmente coronare il sogno di esibirsi davanti ai fans dell’est solo dopo la caduta del Muro. La figura e l’operato di Udo Lindenberg ha sfatato l’idea generalizzata circa l’indifferenza dei tedeschi dell’ovest per le sorti dei loro fratelli meno fortunati.
Lindenberg aveva preso di mira anche il modello occidentale e l’ingerenza a stelle e strisce in altri brani, come Bananenrepublik. Soprattutto, puntò il dito contro l’ipocrisia di un regime che ingannava il popolo a suon di menzogne, come la loro protezione dalla minaccia del capitalismo e del fascismo. In tal senso, una delle sue canzoni più note ed emblematiche è Wir wollen doch einfach nur zusammen sein – vogliamo solo stare insieme – brano del 1973 noto anche come Mädchen aus OstBerlin (ragazza di Berlino Est).