L’IMPONDERABILE SENSO DI OSTALGIE


Quell’imponderabile senso di Ostalgie
Per Ostalgie s’intende il sentimento di rimpianto e appartenenza comune tra i alcuni cittadini dell’ex DDR. Il neologismo è la crasi tra i termini Osten – est – e Nostalgie. Tale termine nacque come titolo di un programma radiofonico del 1992, condotto da Uwie Steimle, popolare attore e cabarettista originario di Dresda. La figura di Steimle è stata spesso al centro di dibattiti pubblici, per via di certe posizioni controverse, definite vicine al complottismo e alle più pericolose correnti ideologiche di estrema destra.
Goodbye, Lenin!
Nel noto film Goodbye, Lenin!, il protagonista cerca invano i cetriolini sottaceto preferiti dalla madre, un’appassionata nazionalista gravemente malata e ignara dell’avvenuto crollo del Muro.
I prodotti occidentali avevano rapidamente il posto di quelli prodotti in Germania Est. L’avvento dell’Ostalgie assunse presto anche i connotati di un furbo fenomeno di consumo. Con la sua espansione, alcuni prodotti richiamanti il mondo della DDR comparvero di nuovo sugli scaffali dei supermercati. Iniziarono a diffondersi feste ed eventi tematici, con il massiccio impiego di oggetti e simboli divenuti ormai dei potenti emblemi identitari. Per comprendere la portata di questo vero e proprio fenomeno sociale, è sufficiente l’esempio dell’Ampelmann.
L’iconico “omino dei semafori” della DDR è divenuto un emblema amatissimo tra i milioni di turisti che ogni giorno visitano Berlino. Un brand protetto da copyright che ha generato un’accattivante commercializzazione, con l’apertura di punti vendita dedicati, nei punti più strategici della città.

Dal 2005, l’ometto ideato da Karl Peglau iniziò a essere introdotto anche nei distretti occidentali della capitale e in altri territori dell’ex RFT.
Memorabilia
Su una riva della Spree, a poche centinaia di metri dalla Fernsehturm e alle spalle del Berliner Dom, sorge uno dei musei più visitati della capitale. Il Museo della DDR rappresenta un reale tuffo nel passato, attraverso l’esposizione degli oggetti appartenenti alla quotidianità dei cittadini dell’est. Sono presenti anche le fedeli rappresentazioni delle abitazioni tipo, e un’autentica Trabant – o Trabi – l’amata e odiata utilitaria del popolo.


È un museo che personalmente mi trasmette un certo senso di tristezza, per ragioni che spiegherò in futuro, ma certamente di notevole interesse. Inoltre, persiste il commercio, anche online, di banconote, monete, bandiere, abbigliamento, arredi e accessori dell’ex Repubblica Demoratica Tedesca. Ciò a dimostrazione di quanto questo mondo, tanto criticabile e controverso, abbia lasciato un’impronta di fatto incancellabile. Un mondo irrimediabilmente defunto, che però continua a esercitare tutto il suo irresistibile, attrattivo potere di fascinazione.