KREUZBERG E LA METROPOLI IN DIVENIRE

KREUZBERG E LA METROPOLI IN DIVENIRE

Dopo il Muro

Berlino la mutante (disponibile su Raiplay), è un interessante documentario di qualche anno fa, sull’inarrestabile trasformismo della capitale tedesca. È il ritratto di una città con lo sguardo rivolto in avanti, ma mai dimentica del proprio passato. Una metropoli in costante divenire, aderente alle impressioni scaturite sin dai miei primi viaggi nella capitale tedesca, a partire da uno dei suoi quartieri più emblematici e rappresentativi: Kreuzberg.
L’intreccio tra passato, presente e futuro evidenzia un tessuto urbano piuttosto distante dalle altre grandi capitali europee. A Roma, dove ho vissuto per 25 anni, mi legano ricordi contrastanti, a metà tra una passione incendiaria e un rapporto conflittuale. Una relazione che ha iniziato ad arrancare tra la noia e la rassegnazione di aspettative deluse e incompatibilità certificate, fino alla decisione di abbandonarla.

Passato, presente e futuro

Ciò che maggiormente colpisce di Berlino è il grido sordo del suo tragico passato che echeggia ovunque. Musei, memoriali e testimonianze di errori e orrori che l’hanno martoriata per buona parte del secolo scorso, “ammiccano” a ogni angolo. Impudica e dolente la capitale tedesca mostra le proprie cicatrici: dalla riga che ricorda dove il Muro la spezzava in due, alle Stolpersteine poste sui lastricati davanti ai portoni di case ed edifici dove vivevano i cittadini ebrei deportati. Un’ideale effigie della rinata Berlino è Potsdamer Platz, la piazza un tempo considerata il centro dell’Europa. Sventrata dalle bombe della II Guerra Mondiale, con l’avvento della guerra fredda fu relegata a desolata zona di frontiera.
Dopo tre decenni imprigionata nella Zonengrenze, oggi è tornata a essere uno spazio nevralgico della capitale. Al posto dei vecchi hotel di lusso e degli eleganti edifici in stile barocco di inizio secolo scorso, oggi svettano moderni grattacieli dallo stile avveniristico.

Kreuzberg e la metropoli in divenire
Berlin Love Story
Berlin Love Story
Kreuzberg negli anni ’80

Non lontano da Potsdamer Platz si trova il Checkpoint Charlie che, il 25 ottobre 1961, fu teatro di uno dei momenti di maggiore tensione che tenne il mondo intero con il fiato sospeso. Il celebre posto di blocco divideva la città e i quartieri di Mitte a est e Kreuzberg a ovest. In Berlino la mutante viene dato ampio risalto proprio a questo quartiere che, soprattutto negli anni ’80, divenne il simbolo della controcultura berlinese. Artisti e intellettuali tedeschi e provenienti da paesi esteri si stabilirono in questo quartiere periferico di Berlino Ovest. Occuparono abusivamente edifici e diedero vita a contestazioni spesso incendiarie e scontri violenti contro le forze dell’ordine.

Kreuzberg oggi

Oggi il quartiere è annesso a quello orientale di Friedrichshain, con cui forma, dal 2001, un unico distretto. Dopo la riunificazione, da periferia abitata dai ceti meno abbienti e dalla massiccia presenza di immigrati turchi, è diventato una delle aree urbane più vivaci e di tendenza. L’inarrestabile processo di gentrificazione di inizio millennio gradualmente reso Kreuzberg, insieme a Friedrichshain a Prenzlauer Berg, tra i quartieri di riferimento della vita notturna berlinese.

Uno spirito che sopravvive

Purtroppo, nonostante gli sforzi dell’amministrazione municipale di contenere il fenomeno speculativo del settore immobiliare, i prezzi delle case sono sensibilmente lievitati anche in questo quartiere popolare del settore occidentale. Tuttavia, Kreuzberg ha preservato l’anima alternativa e multiculturale che l’ha sempre caratterizzata. Oggi, è tra le aree più visitate, grazie alla cospicua presenza di mirabili opere di street art. Alcune di esse sovrastano la sopraelevata della linea di metropolitana U1, nei pressi del capolinea di Warschauer Straße e dello splendido Oberbaumbrücke, come l’impressionante Leviathan del writer italiano Blu.

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