IL POETA E L’ANGELO DI POTSDAMER PLATZ

Der Himmel über Berlin von Wim Wenders
Ne Il cielo sopra Berlino, pellicola del 1987 diretta da Wim Wenders, il poeta Homer e l’angelo Cassiel raggiungono Potsdamer Platz. L’anziano uomo stenta a capacitarsi dello stato in cui versa la piazza, teatro della sua giovinezza ai tempi Repubblica di Weimar.
I bombardamenti della II Guerra Mondiale l’avevano praticamente rasa al suolo, trasformandola in una spoglia e vasta distesa sterrata. Il regime della DDR completò l’opera di mortificazione, facendo passare proprio di lì il Muro, relegando la piazza a terra di nessuno; da crocevia brulicante e ricco di vita a striscia della morte.
La piazza a fine millennio scorso
In occasione della mia prima visita a Berlino, nel 1999, Potsdamer Platz era ancora un fangoso cantiere. Erano presenti solo alcuni degli imponenti grattacieli che oggi la caratterizzano. Al centro era stato installato un centro informazioni aperto al pubblico: un prefabbricato in cui era possibile a chiunque conoscere il progetto finale e i suoi progressi.
Quando vi tornai, nel 2006, rimasi esterrefatto dalla trasformazione del sito. La cupola del vicino e avveniristico Sony Center quasi mi procurò un torcicollo: trascorsi un tempo non quantificabile ad ammirarla col naso insù.

In alto: ingresso della stazione S-Bahn di Potsdamer Platz con, sullo sfondo la Bahntower, una porzione della Kollhoff Tower il cantiere e le gru (12/1999).
Sotto: scorci della piazza con il nuovo accesso alla stazione e la cupola del Sony Center (11/2006).



Dagli anni ruggenti alla guerra fredda
Negli anni Venti del secolo scorso, Berlino era considerata tra le capitale più ruggenti e d’avanguardia d’Europa. Nel 1924, proprio a Potsdamer Platz, venne installato il primo semaforo del vecchio continente, l’Oberkieker, di cui è possibile ammirare in loco una sua fedele riproduzione.
Le bombe delle forze alleate avevano risparmiato ben poco della capitale tedesca, e di Potsdamer Platz si salvò per intero un solo edificio. Si trattava della Weinhaus Huth, un’enoteca il cui proprietario gestì finché restò in vita. Successivamente la moglie cedette l’edificio all’amministrazione comunale del distretto occidentale di Tiergarten, che lo pose sotto tutela monumentale. I suoi locali furono convertiti in alloggi popolari dove si insediarono alcuni artisti. Le condizioni di vita dei nuovi residenti, tra cui diversi artisti, non erano facili a causa dell’assenza di servizi e collegamenti nelle vicinanze. Fino al 1992, anno di apertura del cantiere dei lavori, nell’area erano presenti solo alcuni chioschi di souvenir. Una lunga sopraelevata pedonale, accanto al Muro, la attraversava. Turisti e cittadini occidentali vi salivano per osservare curiosi squarci di vita oltrecortina.
Il mercato nero polacco
Pochi mesi prima della caduta del Muro, Potsdamer Platz venne designata sede per ospitare un illegale mercato all’aperto gestito da polacchi. Questi ultimi, ottenuta nel loro paese la libertà di circolazione anche al di fuori dei paesi del blocco sovietico, vi si insediavano nei fine settimana. Commerciavano animali, prodotti alimentari, oggetti, alcol e sigarette a prezzi particolarmente convenienti, attirando numerosi berlinesi dell’ovest. Il mercato presto generò malcontento e proteste, per via dell’incremento di criminalità e prostituzione. Nonostante le misure di contrasto attuate dalle autorità, l’illecito commercio si spostò in altre zone di Berlino Ovest.
Il video di seguito è una preziosa testimonianza su quanto sopra.
Letture
The Passenger – Berlino è il volume dedicato alla capitale tedesca, parte di una collana di guide alternative edita da Iperborea. Uno degli interessanti articoli all’interno è a firma di Peter Schneider, autore, tra gli altri, di “Berlin Now, the city after the Wall“. L’articolo narra la complessa, non scevra da polemiche e controversie, genesi dell’ambizioso progetto di riqualificazione della piazza. Lo scopo degli architetti coinvolti, tra cui l’italiano Renzo Piano, fu quello di ridare dignità e gloria a un luogo di indiscussa e fondamentale rilevanza storica per la città.

Un affare d’oro inaspettato
Poco prima della caduta del Muro, Edzard Reuter, un ricco imprenditore e manager, rilevò l’ intera area – oltre 6 ettari – per poco più di 90 milioni di marchi federali. Un prezzo che in molti, e solo successivamente, definirono ridicolo. Al momento dell’acquisto nessuno aveva previsto un evento storico di tale portata. Incluso Reuter, le cui intenzioni non si poterono dire lungimiranti o speculative: il suo obbiettivo era la costruzione della nuova sede della Daimler Benz, la casa automobilistica tedesca di cui era presidente. Nessuno avrebbe immaginato che Potsdamer Platz tornasse a nuova vita; anche il poeta e l’angelo di Wenders, oggi l’attraverserebbero con lo stesso senso di incredulo smarrimento.
Gentrificazione
Oggi Potsdamer Platz è una delle zone più ricche e costose di Berlino. La Weinhaus Huth, al momento dei lavori di riqualificazione, costituì un annoso grattacapo per Renzo Piano. L’edificio, sotto tutela monumentale, non poteva essere demolito, e integrarlo nel complesso avveniristico che coinvolse anche l’architetto italiano, non fu semplice. Un dispendio ingente di capitali si resero necessari per il consolidamento e la ristrutturazione dell’enoteca superstite. Stessa sorte per la Kaisersaal, sala imperiale in stile neobarocco dell’hotel Esplanade, anch’essa risparmiata dalle bombe. Questa venne addirittura spostata fisicamente dalla sede originaria e collocata all’interno del Sony Center, il mirabolante e avveniristico sito progettato da Helmut Jahn, famoso per la sua cupola.
Alla complessa ed esosa operazione di rimozione e spostamento partecipò anche Wim Wenders.
L’idea del cantiere aperto
In molti non compresero la necessità di realizzare un progetto tanto ambizioso quanto costoso in un lasso così breve di tempo. I principali critici avrebbero optato per un graduale piano di riqualificazione e ripopolamento.
I più ostalgici dell’ex DDR non videro di buon occhio che una multinazionale occidentale – la Daimler era di Stoccarda – si fosse impossessata dell’area circostante Potsdamer Platz. Un’ampia fetta di essa faceva di fatto parte di ciò che era stata Berlino Est. Allo scopo di placare il malcontento generale, Manfred Gentz, il direttore dei lavori assunto da Reuter, pensò al cantiere aperto al pubblico. L’iniziativa si rivelò un successo: la cittadinanza si sentì parte coinvolta nel progetto e sul tetto della Weinhaus Huth, ebbero luogo svariati aperitivi e cocktail di presentazione ufficiale dei vari stadi raggiunti.
Il concerto delle gru
L’articolo di Schneider su The Passenger menziona le surreali scene delle personalità più in vista che, per raggiungere l’edificio, dovevano camminare su una traballante passerella in legno posta sul terreno melmoso.
Le assi non preservavano del tutto le costose scarpe e gli eleganti abiti degli avventori dai copiosi schizzi di fango.
Memorabile fu l’inaugurazione del 1996 con il direttore dell’Opera di Stato di Berlino, Daniel Barenboim, che diresse i movimenti di 19 gru sulle note della Sinfonia n° 9 di Beethoven.
La rinascita di Potsdamer Platz
L’evento rappresentò l’ideale celebrazione dell’antica piazza e alla sua ricca storia. Aprì la visuale su nuovi scenari, in cui i drammi del passato cedevano il passo alle speranze del futuro. Una prospettiva che avrebbe di certo rincuorato Homer e Cassiel, il poeta e l’angelo vaganti in una sfigurata Potsdamer Platz, ex cuore pulsante dell’Europa di inizio ‘900.
