GLI “EROI” COMPIONO 50 ANNI

GLI “EROI” COMPIONO 50 ANNI

14 ottobre 1977

È la data di pubblicazione di “heroes”, l’album centrale della cosiddetta trilogia berlinese di David Bowie, di fatto l’unico interamente concepito e realizzato nell’allora Berlino Ovest.
Concepito insieme a Brian Eno e Tony Visconti, contiene il celeberrimo singolo omonimo. Curiosamente esso fu l’ultimo brano a essere inserito nel disco.
Nonostante sia uno dei suoi brani universalmente noti, all’epoca non ricevette un’accoglienza entusiasmante.
Nel Regno Unito toccò la 24.ma posizione, in Germania la 19.ma e negli USA non entrò nemmeno nella Hot 100. Dopo la scomparsa di David Bowie, il 10 gennaio 2016, è stata la canzone più suonata dalle radio e dalle televisioni, al punto di affacciarsi per la prima volta nella top 20 (12° posto) del Regno Unito.

Bowie "heroes" Berlino Gli "eroi" compiono 50 anni
Amanti ed “eroi”

Gli “eroi” che si baciano a ridosso dell’orrido Murom, sotto gli Hansa Tonstudios, compiono 50 anni.
Solo in un secondo momento Bowie rivelò l’identità dei due giovani amanti scorti dalla finestra durante una pausa dalle registrazioni. Si trattava del produttore, Tony Visconti – all’epoca sposato – e una delle coriste ingaggiate per le sessioni dell’album.
La genesi e la lavorazione di questo brano straordinario, sono state decisamente complesse, come raccontato dallo stesso Visconti nel video sottostante.

Un vero e proprio inno della Berlino divisa dal Muro

La canzone è divenuta forse l’anthem per antonomasia della rockstar britannica, nonché un brano emblematico per la capitale tedesca. L’immagine dei due “heroes” (il virgolettato e l’iniziale minuscola non sono casuali) innamorati all’ombra del Muro, ha assunto una potenza carica di significati. Anche il cult movie Christiane F., con la protagonista fan accanita del Duca Bianco, ha contribuito a dare lustro al brano.
L’album, nel suo insieme, è meno tra i meno immediati di Bowie e prosegue sulla strada della sperimentazione intrapresa con i precedenti Station to Station e Low.

Un album cupo

Ziggy e Aladdin sono ormai distanti. Bowie si traferì a Berlino nel 1976, per prendere le distanze dagli eccessi del periodo californiano. L’idolatria spinta e l’abuso sfrenato di droghe e alcol che lo avevano consacrato re del glam rock, lo stavano trascinando in un abisso senza uscita. Gli anni berlinesi non solo si rivelarono provvidenziali per il suo stato di salute; gli donarono anche gli stimoli per intraprendere un nuovo percorso artistico.
Dei tre dischi berlinesi, “heroes” è certamente il più scuro e sotterraneo. Le sue sonorità e i suoi testi raccontano la realtà di una metropoli atipica e dolente. Non ne cattura l’identità e il mood, ma addirittura li crea ex novo.
Come solo un genio – o un vero artista – è in grado di fare.

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