L’amore è un sentimento che obnubila la realtà, esattamente quanto l’odio e l’insofferenza, specie se acquisita negli anni e generata dall’abitudine. Riflettevo su questo dopo aver parlato con l’amico che da sempre mi ospita durante i miei soggiorni a Berlino. Dopo oltre 10 anni nella capitale tedesca, se ne dice stanco e sta valutando seriamente di andare altrove, in un posto più caldo, forse Barcellona. Il fattore climatico l’ha sfinito e logorato. Il gelo degli inverni e le estati sempre troppo fugaci sono un tema ricorrente tra gli expat originari di paesi più caldi.
David Bowie, che di inverni nel gelo di Berlino ne aveva trascorso qualcuno, con l’umorismo british che lo contraddistingueva disse…
Autore: Molto Berlino
Ogni giorno scorro il mio feed social e leggo di sempre più frequenti episodi di violenza a Berlino.
Si tratta solo di una mia percezione? Diverse volte mi è stato domandato se ritenessi Berlino una città pericolosa. La mia personale esperienza è quella di una città sommariamente sicura. In tanti anni l’ho perlustrata fino a perdermi, anche a notte fonda, e non mi è successo nulla di spiacevole. Non ho nemmeno il ricordo di episodi indiretti come, per esempio, risse causate dall’abuso di alcol. Situazioni a cui mi è invece capitato di assistere più volte a Roma e anche a Londra e Madrid.
Le mie statistiche personali…
Dopo 16 anni a capo del paese più influente d’Europa, Angela Merkel è giunta al termine dell’ultimo mandato e della propria intera carriera politica. La Merkel stata la cancelliera più a lungo in carica in Germania, superata solo da Helmut Kohl, cancelliere dal 1982 al 1990 della Germania Ovest e, fino al 1998, della nazione riunificata. Angela, sebbene nata ad Amburgo, crebbe a Templin, una cittadina del Brandeburgo a 75 km da Berlino. La madre era un’insegnante iscritta al Partito Socialista e il padre un pastore luterano. Die Mutti – come la chiamano i tedeschi – è dunque una Ossi, come la rockstar quasi coetanea Nina Hagen. Angela e Nina sono state due ragazze nella DDR in bianco e nero degli anni ’70. Angela conseguì la laurea in fisica con ottimi voti e lavorò per oltre un decennio presso l’Istituto per la Chimica Fisica, all’Accademia delle Scienze di Berlino. …
La Bernauer Straße si snoda per poco meno di 1 km e mezzo tra gli Ortsteil di Prenzlauer Berg e Mitte. L’incrocio con la Brunnenstraße è caratterizzato da un’immagine che ha fatto storia. Sulla fiancata cieca di un edificio, troneggia la riproduzione di uno scatto fotografico di enorme rilevanza storica. Oltre ad aggiudicarsi il premio OCP nel 1961 come migliore foto, dal 2011 è annoverata come patrimonio Unesco. Il titolo assegnato a questa fotografia di indubbio impatto, che ha catturato un drammatico e delicato momento storico, è “Il salto verso la libertà”.
il 19enne Hans Conrad Schumann…
Poteva il Muro di Berlino rappresentare un’opportunità per qualcuno? Per Klaus, il giovane protagonista di Suite Berlinese di Massimo Miro (Scritturapura, 2021), pare di sì. Specie quando matura la necessità di alleviare il tormento della sua ossessione amorosa. La suite berlinese del titolo pare fare riferimento a un concerto introspettivo, cadenzato dai ricordi e dalle ossessioni della voce narrante. Klaus abbandona Berlino Ovest e attraversa il Muro per trasferirsi a est. Torna a vivere nell’appartamento di famiglia in Auguststraße a Mitte. Ponendo il proprio muro personale tra sé e il passato. Un’altra città, un’altra nazione, una cambio radicale di vita senza sobbarcarsi un lungo viaggio, ma semplicemente attraversando un checkpoint. …
Berlino è da sempre una delle città più gettonate per l’ambientazione di pellicole cinematografiche e video musicali. Questi ultimi grazie alle molteplici possibilità che la capitale tedesca offre, come gli iconici ed evocativi monumenti, gli stili architettonici più disparati e le numerose aree verdi.
I profondi segni della storia che hanno martoriato Berlino, insieme alle magnificenti opere di street art e le numerose aree in stato di abbandono, rappresentano uno sfondo suggestivo e d’impatto per l’accompagnare una produzione musicale. Nonostante tali premesse, denoto spesso una certa banalità: inquadrature da cartolina, magari tecnicamente ineccepibili, ma incapaci di cogliere e trasmettere il suo mood e il suo spirito in modo autentico. …
Da qualche tempo sto scoprendo i libri di Helga Schneider, una scrittrice tedesca naturalizzata italiana cresciuta nella Berlino della II Guerra Mondiale. Da 58 anni vive a Bologna. I suoi titoli più noti sono certamente Lasciami andare, madre e Il rogo di Berlino. Quest’ultimo è un memoir di Helga all’età di circa 6 anni, nella Berlino, ormai rasa al suolo, degli ultimi anni della guerra da cui la Germania era ormai sconfitta. L’epilogo del II conflitto mondiale fu devastante al punto da costringere la popolazione a vivere trincerata nelle cantine dei loro edifici, con poco cibo, senza luce, acqua e servizi igienici. La conclusiva Battaglia di Berlino ridusse la città a un cumulo di macerie; donne, bambini e anziani, una volta liberati dalle truppe alleate, si ritrovarono in un polveroso e maleodorante cimitero a cielo aperto. …
Il mio innamoramento con Berlino raggiunse il suo apice nella primavera del 2008. Dopo un lungo e intenso soggiorno rientrai a Roma con il cuore e il morale a pezzi. Lo sbarco a Ciampino fu un crudele ritorno alla realtà romana. Nessuno ad attendermi, solo una pioggia battente e il consueto sciopero. C’erano code inaffrontabili per prendere un taxi, e i pochi bus privati erano presi d’assalto da orde di turisti spaesati. Persino gli immancabili tassisti abusivi erano letteralmente sotto assedio. Riuscii a tornare a casa dopo una vera odissea. Mi stipai, non so ancora come, sull’unico autobus pubblico apparso come un miraggio. Mi lasciò al capolinea di Anagnina, dove trovai i cancelli della metropolitana serrati. Non mi restò che percorrere a piedi, valigie al seguito, il lungo tratto di strada in direzione centro, spinto dall’energia della disperazione. Ero ripartito da Berlino all’alba, dopo una nottata trascorsa in un club, per cui ero palesemente affaticato e assonnato. Dopo circa due ore fui finalmente a casa, fradicio sia negli abiti che nello spirito. Mi dissi che forse era davvero giunto il momento di prendere la decisione che rimandavo da troppo tempo: non sopportavo più Roma e soffrivo troppo per quell’amore, quel rapporto a distanza, che mi legava a Berlino. …
Mi sono liberato da ogni parvenza di orgoglio o sentimento di appartenenza, alla soglia dei 40 anni.
Improvvisamente patriottismo e nazionalismo si sono svuotati di qualsiasi significato. In quel periodo avevo cominciato a sentirmi a casa in una città e in una nazione dove non ero nato.
Un berlinese senza alcuna certificazione né passaporto. La prima volta che sono stato a Berlino, si trattò di una vacanza troppo breve per capirla. Credo di non essere stato a lungo in grado di comprendere il peso e la portata del vivere in un posto così atipico. A scuola avevo studiato la città del Muro, senza pormi troppe domande. Avevo acquisito quella nozione come un normale e incontrovertibile dato di fatto. Una peculiarità che non lasciava emergere in me interrogativi su cosa il Muro rappresentasse per chi doveva conviverci quotidianamente. Non era un monumento e lo sapevo bene, eppure per me il Muro stava a Berlino come il Colosseo stava a Roma. . …